Biografia

C'è una sottile connessione che lega il mio lavoro manageriale in ambito industriale con la mia passione per la fotografia: l'interpretazione e la rappresentazione di una visione. Nel primo caso quest'ultima appartiene ad un cliente, nel secondo al mio sguardo sul mondo.

In entrambi le circostanze comunque la mia azione dovrà determinare qualcosa di certo e duraturo nella mutevolezza delle cose.

Per quanto viva la fotografia come un istinto che mi infiamma in qualsiasi momento – a casa, al lavoro, nei miei viaggi – ciò che cerco di rappresentare non è la memoria di un'esperienza o di un luogo, ma il mio desiderio personale, stupito e indagatore, di scardinare l'oggettività di una situazione consueta o del tutto inedita.

Non sono interessata alla realtà ma alla suggestione che essa scaturisce in me.

Dare dinamismo alla fissità della natura o «mettere in posa» la fuggevolezza degli animali sono solo alcuni miei rapimenti di fronte alla bellezza suprema che essi rappresentano. Sono solo alcune delle tante propensioni con cui mi accosto ai soggetti. Il resto è una scossa repentina e vitale, fatta di curiosità personale e tecnica fotografica, di monocromie bianche e nere che alludono senza affermare, di esposizioni e diaframmi che distorcono il tempo, di volumi e atmosfere che espandono lo spazio per racchiuderlo infine in un solo istante dai confini dilatati.