Utopia speculare
Utopia Speculare Attraverso la sua sequenza di fotografie, Vito ci propone un viaggio nello spazio e nel tempo, in cui la dimensione onirica del suo lavoro, dalla forma vagamente neo espressionista, presenta vari piani di lettura. Come in un sogno, il susseguirsi delle immagini alterna cromatismi, che passano dal caldo torpore, che avvolge il sonno profondo, fino al blu di un lento risveglio. La specularità permette il lento affiorare di mondi paralleli, privi di ogni soluzione di continuità tra la dimensione del sogno e quella del reale. Il paesaggio che la natura ha creato con elementi noti, poiché parte di un’architettura interiore, si contrappone a quello costruito dall’uomo, che il fotografo, attraverso la sua poetica, cerca di rappresentare dissimile dalla realtà. In tal modo, l’autore, obbliga lo spettatore di questo viaggio fantastico ad osservare con una curiosità ed un’attenzione che lo portino a scoprire un nuovo significato soggettivo, filtrato dall’artista. La fotografia si riempie di segni, macchie e rumore di fondo che, senza una dicotomia tra il materiale e l’immateriale, il visto ed il sentito, portano ad un’immagine dal significato chiaro ed univoco. Vito sviluppa un’emozione complessa, nata da una necessità espressiva non solo estetica, ma che richiama forme conosciute e riconducibili alla realtà oggettiva in seguito trasformate in rappresentazioni visive scollegate dal significato comune: è questo il desiderio di ritorno ad un mondo preindustriale. La sua interpretazione, attraverso un processo creativo tipico della proposta artistica fotografica, da’ forma all’esistente che lo circonda, trasfigurandolo in una visione vagamente nostalgica e certamente utopica. Giuliano Ferrari |